La tomosintesi è il sistema di imaging su tavolo RF che permette di visualizzare dettagli che rimangono nascosti con la radiologia convenzionale, rendendo visibile l’invisibile.
Questo perché la metodica prevede l’acquisizione di una serie di slices ad angolazioni diverse e ricostruisce l’intero volume d’interesse. La Tomosintesi del rivoluzionario Shimadzu Sonialvision G4 permette di acquisire il volume con una pendolazione di 40° eseguita in soli 5 secondi.
La tomosintesi si è dimostrata essere una metodica di approfondimento particolarmente efficiente nel diagnosticare micro fratture e noduli polmonari. Essendo una metodica a bassa dose, la tomosintesi si è rivelata particolarmente efficace anche nell’imaging di protesi metalliche grazie alla bassissima presenza di artefatti derivanti.
Nell’acquisizione in tomosintesi è possibile specificare:
- l’altezza del target del tavolo (0-250 mm)
- l’intervallo di ricostruzione (0-250 mm)
- il pitch di ricostruzione (0.5-300 mm)
La tomosintesi può essere effettuata in modalità ad alta velocità che prevede l’acquisizione di 38 frames in 2.5s o in modalità alta qualità con 76 frames in 5s. I frame sono di risoluzione 1512 x 1512 pixels.
La tomosintesi può essere effettuata in qualsiasi angolazione del tavolo, rendendo di fatto possibili anche esami sotto carico.
Ma la caratteristica più importante della tomosintesi radiologica è che permette di eliminare la sovrapposizione degli elementi di interesse permettendo una migliore identificazione delle lesioni aumentando enormemente la sensibilità dell’esame radiologico.
A titolo d’esempio, basta analizzare i traumi della cervicale:
La maggior parte dei clinici ritiene che lo studio radiologico tradizionale debba prevedere almeno 3 proiezioni: antero-posteriore, dente dell’epistrofeo, e proiezione laterale. Questa indicazione deriva dallo studio di Woodring e Lee, in cui un 15% delle fratture non veniva riconosciuto utilizzando un’unica proiezione laterale. Lo studio che propone le 3 proiezioni, invece, dimostra che questa metodologia identifica dal 7 al 35% delle diagnosi non riconosciute con un’unica proiezione e fino al 57% dei casi ad alto rischio clinico. Nonostante la superiorità delle tre proiezioni rispetto ad una sola laterale, questa metodica può presentare alcuni problemi, in particolare la difficoltà di esecuzione, la scarsa qualità d’immagine e la necessità di ulteriori indagini. Inoltre, ulteriori ricerche hanno evidenziato l’elevata percentuale di falsi positivi e dei falsi negativi.
La tomografia, invece, presenta una netta superiorità nell’accuratezza diagnostica, dimostrata in diversi studi di confronto con la radiografia standard (sensibilità TC 97.4–100% vs. RX 39–44%) e metanalisi (sensibilità TC 98%; 95%CI 96–99% vs. RX 52%; 95%CI 47–56%).

Riassumendo, l’esame di tomosintesi è:
- Un esame di approfondimento che permette di approfondire una potenziale lesione che in altri casi sarebbe stata mandata direttamente in CT o RM. È stato dimostrato dagli utilizzatori che la tomosintesi è in grado di chiarire la natura della lesione, eliminando il 70% degli esami CT inutili, con un approccio che permette di sgravare il lavoro in CT, e ridurre la dose al paziente: un esame DR con doppia proiezione fornisce al paziente una dose media di 0.06mSv, una tomosintesi mediamente sugli 0.2mSv (circa 3 volte una DR) ma un esame CT varia tra 1-2mSv, quindi da 5 a 10 volte la dose di una tomosintesi!
- Un esame estremamente resistente agli artefatti metallici.
- Un esame di approfondimento che può essere effettuato anche sugli arti sotto carico.
Ma vediamo ora qualche esempio di esame dove il medico può scorrere le varie slide.